lunedì 8 agosto 2011

IL PROGETTO

 DELIRI CONTEMPORANEI

Il verde è il colore piu’ usato nelle pubblicità delle ultime stagioni. L’etichetta « bio » e il prefisso « eco » è divenuta la qualità piu’ ricercata dei prodotti piu’ diversi. L’eco-responsabilità, l’eco-sviluppo sono i « nuovi » concetti entrati a forza nel nostro vocabolario quotidiano.
La crisi finanziaria e i problemi ecologici sembrano condurre l’uomo a uno stato critico, a un passaggio, a una trasformazione indispensabile per la sua sopravvivenza : i media e la publicità ne fanno la loro merce, il loro slogan, il loro topos.
Diversi filosofi e antropologi contemporanei[1], criticano con decisione lo stato attuale dell’evoluzione tecnologica e sociale che ha fatto dell’uomo contemporaneo un oggetto, dandogli il ruolo di attore passivo della società dello spettacolo. Una messa in guardia, presente nelle opere di questi autori, che sembra indirizzarsi piu’ all’uomo ordinario[2] che al mondo politico, troppo interessato all’economia e non abbastanza alla condizione umana. Anche l’arte sembra in parte aver giocato fino ad ora il ruolo di merce e, come sostiene Jacques Rancière, spesso l’artista non ha lavorato per emancipare il suo spettatore ma ha preferito vederlo passivo e consenziente davanti alle opere d’arte[3].

Il progetto dell’istallazione di un rigassificatore a 16 Km dalla costa di Falconara Marittima e a 13 Km da quella di Ancona, ha generato in questi ultimi mesi il dissenso di alcuni gruppi di cittadini che si sono organizzati in collettivi e associazioni al fine di impedire, ostacolare l’impiantazione di tale struttura in una zona già industrialmente e sanitariamente sensibile.
Questi gruppi hanno creato e stanno creando un movimento che ha cercato di portare la sua voce nel consiglio regionale del 6 luglio  scorso senza pertanto riuscire a impedire la decisione favorevole all’impiantazione del suddetto rigassificatore.
Molti dei cittadini delle due città in questione, ma anche la maggior parte di tutti quei cittadini delle città limitrofe che sarebbero in caso di incidente colpite da una nuvola tossica, sono altamente disinformati su questo progetto e sugli eventuali danni ecologici che si estenderebbero, seguendo le indicazioni che ne dà uno studio americano, per un raggio di 55 Km dalla zona dell’esplosione ( si parla quindi di un raggio che andrebbe da Fano a Porto Recanati).


E’ per questa ragione che un collettivo di artisti si è formato spontaneamente per creare un’immagine a 16 mani . Ognuno degli 8 artisti, con il suo proprio e personale stile, ha contribuito alla creazione di un poster di circa 5 metri x 70 cm, a cui questo blog è associato.
Il progetto avrebbe previsto di incollare la riproduzione di questo poster in tutta la fascia della costa adriatica potenzialmente colpita da un possibile disastro causato dalla fuoriuscita del gas metano dal rigassificatore.
In questa prima fase soltanto tre poster sono stati attaccati, in quanto il progetto è autoprodotto e i costi della stampa sono discretamente elevati. Possiamo quindi considerare il progetto solo parzialmente realizzato.
Il fine di questo atto artistico non è quello di convincere la cittadinanza della, secondo noi, estrema pericolosità e inutilità (economica e strategica) dell’impiantazione del rigassificatore, il cui guadagno , ci sembra, andrebbe esclusivamente alla società api s.p.a. , ma a generare la curiosità e l’interesse per un progetto finanziario che usa lo spazio delle acque marine territoriali per uno scopo economico privato ignorando le vere esigenze che questo territorio abbisogna a breve, medio e lungo termine. Questo tipo di progetto, come molti nel territorio italiano ( vedi la costruzione della linea ad alta velocità –TAV- in Val di Susa, il ponte sullo stretto di Messina , solo per citarne alcuni) sembrano seguire ancora l’ideale, ormai chiaramente fallito ( vedi la crisi finanziaria USA) del nostro modello economico. Non siamo noi a dirlo ma i piu’ grandi economi e studiosi del mondo riconoscono come necessaria una revisione se non un cambiamento radicale del modello del neo-liberismo. Questo modello non funziona né in termini economici né tantomeno per sopperire alle esigenze dell’Umanità. Ci sono studi fatti a partire dagli anni 70 che propongono nuovi modelli economici possibili, che nessuno Stato ufficialmente a preso in considerazione se non nel momento di uno stato di urgenza ( vedi l’abbandono del nucleare da parte della Germania dopo il disastro di Fukushima).

Le grandi lobby finanziarie e industriali del mondo intero controllano le decisioni politiche ed economiche degli stati mondiali che sotto ricatto si sentono costrette , o almeno questo ci fanno intedere, ad accettare progetti e impiantamenti industriali ignorando completamente il territorio naturale e la vita umana e animale che li’ si genera e si sviluppa.
Non stiamo parlando con parole dettate da inflessioni politiche ( e qui intendiamo di partiti politici) ma con il cuore di cittadini che desiderano mantenere cio’ che resta di buono e recuperare forse dal passato un modello di vita piu’ naturale e meno pericoloso.
Un cambiamento puo’ svilupparsi e nascere dal popolo e le recenti rivoluzioni del Maghreb ci confortano, anche se la strada per raggiungere un vero equilibrio e risanamento è ancora lunga per queste nazioni.
Siamo intimamente convinti che solo un Uomo/Donna capace di informarsi e dotato di critica possa riuscire ad elaborare un pensiero e un azione capace, a partire dal microcosmo familiare, del lavoro, della sfera delle amicizie, di mutare e inventare un nuovo modello di vita e di rapporti interpersonali.
Non vogliamo raggiungere per forza la massa perchè i mezzi per farlo comporterebbero un investimento e forse uno spreco che non ci è dato, e che non vogliamo assumere.


In questo blog troverete alcune informazioni riguardanti l’istallazione del rigassificatore scritte da cittadini che hanno desiderato ricercare autonomamente la « verità » su questo progetto. Ma anche dei link dei gruppi regionali, nazionali e internazionali che si pongono in opposizione a delle decisioni che Stati o chi per essi prende senza valutare tutte le possibili conseguenze alla persona e all’ambiente. Troverete inoltre una bibliografia indicativa e non esaustiva con opere letterarie, filosofiche o scientifiche di autori che hanno dedicato i loro studi, le loro ricerche alle questioni riguardanti l’impatto dell’uomo sulla natura, la libertà, la capacità di azione e di emancipazione dell’uomo, come opere riguardanti l’economia.
Il blog è in costruzione e quindi vi invitiamo a tornare a visitarlo di tanto in tanto se queste questioni provocano in voi un interesse, una paura o una qualche curiosità.
Per terminare vorremmo sottolineare l’anonimato che pretende avere questo progetto, in quanto non vorremmo considerare questo lavoro come un’opera d’arte vendibile e soggetta a scambi commerciali. Troverete per questa ragione un file pdf, scaricabile e quindi stampabile, qui sotto. L’atto di incollare un poster su di un muro è giuridicamente perseguibile, vi raccomandiamo quindi, nell’eventualità di una vostra energica e attenta azione di pensare alle conseguenze a cui potreste andare incontro.


[1] Per i filosofi citiamo ad esempio Paul Virilio, John Zerzan, Dominique Quessada, Giorgio Aganben, Tiqqun, nominiamo ad esempio tra gli antropologi Chris Knight attivista radicale inglese, e Bruno Latour per i sociologi. Questi sono chiaramente solo alcuni esempi indicativi e non esaustivi.
[2] L’uomo ordinario è un uomo che non riesce a prendere una posizione attiva nella società rimanendo inquadrato in uno sistema che lo vuole produttore e consumatore senza critica. « Si ritrova l’origine del concetto dell’uomo senza qualità, dell’uomo medio in tutta la letteratura occidentale della fine del XIX secolo e dell’inizio del XX che ne fa il suo eroe quasi « esclusivo »: per esempio Sengle  Les Jours et les Nuits (1897) di Jarry a Plume di Michaux (1938), a Pessoa stesso a L’uomo senza qualità (1930) di Musil, a Bartleby (1853) di Herman Melville a Kafka. E’ con il trattato Essere e tempo di Heidegger che esso diviene il non-soggetto centrale della filosofia » tradotto dall’edizione francese di :Tiqqun, La théorie du Bloom, La Fabrique éditions, Paris, 2000. Page 45.
[3] Jacques Rancière, Le spectateur émancipé, La Fabrique éditions, Paris, 2008.

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