lunedì 8 agosto 2011

...7.. RIGASSIFICATORE DI ANCONA-FALCONARA


IMPATTO AMBIENTALE

- Il rigassificatore è un impianto ad alto rischio d'incidente rilevante, incluso nella lista delle industrie cosidette "Seveso 2" [1]. Studi autorevoli ne prescrivono la costruzione lontano da città, da altre industrie soggette a tali rischi (raffineria e centrale termoelettrica API) e da zone ad alto traffico marittimo in quanto l'effetto domino che si verrebbe a creare, a seguito di un incidente, avrebbe effetti catastrofici per le popolazioni vicine a detti impianti.L'impianto in questione verrà realizzato in una zona di mare a 16 Km da Falconara e13 Km da Ancona.

- Per la costruzione dell'impianto e per consentire l'attracco alle metaniere è necessaria un' opera di dragaggio del fondale. Parte dei fanghi di risulta, contaminati da sostanze tossiche, rientreranno in soluzione nella zona di mare circostante con un impatto negativo sul' ecosistema. [2]

- Nel tratto di mare antistante il porto di Ancona, al già esistente traffico delle petroliere, che portano il petrolio alla raffineria Api, si aggiungerà quello delle navi metaniere che trasporteranno GNL a centinaia di tonnellate l'anno.

- Il rigassificatore nella sua normale attività rilascia vapori di metano, sono i cosiddetti " vapori di boli off" e sono altamente infiammabili.

- L'intero ciclo: dalla liquefazione al trasporto criogenico e successiva rigassificazione, è un sistema altamente inefficiente. Si stima che il trasporto di metano liquido comporti un aggravio dal 20 al 40% delle emissioni di gas serra. [3]

- L' acqua di mare usata per riscaldare il GNL viene trattata con cloro e varechina [2] per evitare che le tubature e i meccanismi non si intasino per la naturale formazione di alghe e microorganismi (che sono la base della vita nell' ecosistema marino). Tali acque contaminate verranno riversate in mare senza alcuna remora né depurazione alimentando ancora il processo di sterilizzazione delle nostre acque già avviato dagli "oltre dieci anni di scarico di tali acque da parte della centrale elettrica dell'API" (tra virgolette cito il governatore Spacca).

- "Gli impianti di vaporizzazione utilizzano l'acqua di mare come scambiatore termico per la vaporizzazione del GNL; tale acqua presa direttamente dal bacino antistante, una volta compiuto il ciclo termico, viene restituita al mare, con una variazione termica negativa di 5°C." [2]

Le alghe che sopravviveranno alla sterilizzazione subiranno uno stress termico che, per loro natura, causerà una maggiore fioritura con l'aumento, direttamente proporzionale, della produzione di mucillagini.


Che accadrebbe se vi fosse un grave incidente ad una metaniera o ad un serbatoio di stoccaggio? 

Scrive Manlio Dinucci [4] : « Come mostra un documentario statunitense realizzato da Tim e Hayden Riley (http://www.youtube.com/watch?v=2E0U9q1yFGk ), la nube di vapore fuoriuscita da una metaniera o da un serbatoio di stoccaggio per incidente, si spanderebbe sulla superficie marina molto più rapidamente che su quella terrestre incendiandosi una volta incontrata una scintilla/fiamma e bruciando tutto al suo passaggio ». Come non ricordare l'esplosione alla stazione di Viareggio nel Giugno 2009? E quello era Gpl non GNL quindi potenzialmente meno distruttivo. Continua Dinucci: « Uno studio commissionato dal Pentagono afferma che l' energia sprigionata da un' esplosione simile equivarrebbe a quella di 55 bombe di Hiroshima prive di radiazioni. Un altro studio, commissionato dalla città di Oxnard (California) (http://timrileylaw.com/LNG_LiquefiedNaturalGas.htm ) prevede che la nube di fuoco si spanderebbe in un raggio di 55 Km » [5]

[4] Manlio Dinucci è un giornalista e geografo; è stato direttore esecutivo per l’Italia della International Physicians for the Prevention of Nuclear War, associazione vincitrice del Nobel per la pace nel 1985. Collabora con "Il manifesto".

[5] Tratto da: "Il Manifesto" del 26/3/06.

CHI CI GUADAGNA ?

- I millantati guadagni che questa operazione darà al Porto di Ancona si limitano alla riscossione del pedaggio che dovranno pagare le navi metaniere in transito.

- Con la messa in funzione di questo impianto non verrrà prodotta energia, semplicemente verrà distribuito metano dopo la rigassificazione, quindi, in un ipotetico piano di aumento della produzione regionale di energia sarebbe totalmente inutile.

- La legge italiana prevede che all'api verrà garantito il 70 % del potenziale profitto anche nel caso che l'impianto non entri mai in funzione.

- L'accordo firmato da Regione Marche e api prevede che la multinazionale mantenga per dieci anni gli attuali 380 posti di lavoro (360 dipendenti per la raffineria e 20 dipendenti per il rigassificatore) "compatibilmente con la possibilità oggettiva". Per contro gli effetti ambientali metteranno in crisi i dieci mila posti di lavoro già esistenti nei settori della pesca e del turismo lungo la costa che va da Senigallia a Porto Recanati.

- Ci viene detto dal Consiglio Regionale che l'api si impegna ad investire piu' di 300 milioni di euro per la realizzazione del rigassificatore e la messa in sicurezza, ammodernamento e valorizzazione degli impianti già esistenti ( raffineria e adiacente centrale termoelettrica). In realtà la multinazionale si era impegnata ad efffettuare tali lavori a partire dal 2003 ma l'api non ha, oggi come allora, nessuno obbligo di mantenere questi impegni.

- Tra i piani economici della società energetica c'e', da circa 10 anni, il tentativo di costruire centrali termoelettriche da 580 megawatt che non sono pero' previste dal PEAR ( Piano Energetico Ambientale Regionale). Queste centrali si basano sulla costruzione di un rigassificatore che alimenterà gli impianti di produzione energetica. Qui sta il massimo guadagno del rigassificatore: fornire il gas da bruciare in queste centrali.

- Questo progetto globale dell'api causerà, con la sua produzione, sovradimensionata al fabbisogno energetico della nostra Regione, il fallimento delle piccole e giovani imprese locali che producono energia tramite impianti fotovoltaici e solari e che rappresentano l'unico settore che ha resistito alla crisi.

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